Cuore antico e sguardo al futuro
Saluzzo, un'antica capitale
Saluzzo si presenta come una città dall’origine tipicamente medievale: strade acciottolate e piazze, strette scalinate, antiche chiese ed eleganti palazzi nobiliari con i loro giardini costituiscono il tessuto del centro storico. Chi vuole capire veramente la città non può però dimenticare il suo rapporto secolare con il territorio che la circonda: l’antico Marchesato, oggi in buona parte ricompreso nell’area riconosciuta nel 2013 dall’Unesco come riserva della biosfera - MAB del Monviso.
I più antichi documenti che riportano il nome di Saluzzo risalgono agli anni intorno al Mille, ma la presenza nel territorio di rinvenimenti archeologici di epoca romana induce a pensare all’esistenza di un insediamento ancora anteriore.
A tal proposito, sull’origine del nome “Saluzzo” (piemontese Salüsse; latino Saluciae, -arum) sono state avanzate varie ipotesi: secondo alcuni esso deriverebbe dall'appellativo dato dagli antichi Romani a una preesistente popolazione ligure delle Alpi Marittime, i Salii (Sales), al cui nome fu poi aggiunto il termine longobardo hütten (capanne); per altri deriverebbe dal termine germanico sala (stanziamento di persone) attraverso il diminutivo Salucula e per altri ancora dal latino aquae salutiarum (acque della salute) con riferimento ad una non precisata fonte di acque particolarmente salubri.
Nel 1142 Manfredo assume il titolo di marchese e fa di Saluzzo il centro organizzatore dell’area compresa tra le Alpi Cozie meridionali, il Po e la Stura di Demonte: così nel corso di quattro secoli un piccolo avamposto militare si trasforma in una fiorente capitale di uno Stato di confine capace di intessere legami con le principali corti europee del periodo.
All’inizio non esisteva un vero e proprio centro urbano, bensì erano presenti piccoli insediamenti sparsi attorno ai luoghi di potere e di culto della zona, come Castel soprano (ora scomparso) o la pieve di Santa Maria (nell’area attualmente occupata dal Duomo).
Nel corso del XIII secolo si formò il primo borgo (quello che oggi è il centro storico della città): esso si estendeva a ventaglio sulla collina e si divideva in tre grandi quartieri (borgo Valoria, borgo di Mezzo e borgo san Martino). Per proteggere il nuovo insediamento venne costruita tra il 1271 e il 1286 una prima cerchia di mura che si raccordava nel nuovo castello dei marchesi, la cosiddetta “Castiglia”, voluto da Tommaso I.
L’espansione della città continuò fino a rendere necessaria, attorno al 1380, la costruzione di una nuova cinta muraria più ampia della precedente.
La città raggiunse la massima fortuna sotto i successivi governi di Ludovico I (1416-1475) e Ludovico II (1475-1504), quando alla crescente prosperità economica corrispose lo splendore delle arti e delle lettere. Ancora oggi le numerose testimonianze di questo periodo fanno di Saluzzo una vera città d’arte.
In quegli anni si concentrarono nella parte alta del centro urbano i palazzi della nobiltà legata ai marchesi e i principali edifici di governo, mentre nella parte bassa sorgevano le abitazioni della gente comune e le principali attività economiche (tra cui diversi mulini,ed ingenia, esistenti fin dal 1100 e azionati fino al secolo scorso dall’acqua di un canale artificiale realizzato in epoca marchionale).
Il 29 ottobre 1511, con la Bolla Pontificia Pro Excellenti di Papa Giulio II Della Rovere, Saluzzo venne elevata a sede vescovile: fu un evento molto atteso e di grande rilevanza per la capitale del marchesato.
Tuttavia, il piccolo stato venne indebolito da lotte intestine tra i discendenti di Ludovico II e, con la morte dell’ultimo marchese Gabriele (1548), Saluzzo con il suo territorio passò sotto la dominazione francese perdendo la sua indipendenza.
Nel 1588 la città venne invasa dal duca di Savoia Carlo Emanuele I, che con il trattato di Lione (1601) prese definitivamente possesso del territorio. Da quel momento le vicende di Saluzzo seguirono quelle dello Stato sabaudo.
Il posto che Saluzzo ha occupato nella storia piemontese e l’importante ruolo che tuttora riveste per un vasto e complesso territorio sono ancora visibilmente riconosciuti ed onorati attraverso la significativa presenza dello stemma cittadino (accanto a quelli di Cuneo, Alba e Mondovì), nell’insegna araldica dell’Amministrazione provinciale cuneese.