Si ha notizia della comunità ebraica di Saluzzo fin dal 1480.
Nel 1850 la comunità contava oltre 300 persone, ridotte a 150 agli inizi del 1900 e a 45 nel 1939: di queste 29 furono sterminate nei lager nazisti. Nel 2009 sono state poste delle targhe in ottone dinanzi alle abitazioni di 21 famiglie ebree vittime della persecuzione nazifascista.
La Sinagoga, di impianto settecentesco, testimonia la presenza di questa comunità all’interno della città di Saluzzo: nascosta nel quartiere che costituiva il Ghetto, all’ultimo piano di un edificio in cui gli ebrei furono costretti a vivere fino al 1848, anno di emancipazione con la concessione della libertà di culto da parte del Re Carlo Alberto.
La volta della sala di preghiera è riccamente affrescata con pitture che rimandano al Santuario di Gerusalemme, alla storia dell’Esodo ed alla maestà della Torà, la legge biblica. Gli affreschi dipinti risalgono alla fine del 1700, o all’inizio del 1800, quando l’insediamento ebraico saluzzese era uno dei più importanti del Piemonte. Dimenticati per quasi un secolo, questi affreschi sono stati riscoperti, quasi casualmente, in occasione del restauro avvenuto tra il 2000 e il 2001, patrocinato dal Comune insieme ad alcune importanti istituzioni cittadine.