Castellar

Nel cuore della valle Bronda, a cinque chilometri da Saluzzo, si trova Castellar, un piccolo paese immerso nella quiete verdeggiante di frutteti e vigneti, ai piedi di uno sperone roccioso dominato da un antico castello, da cui l’abitato prende il nome.
Comune autonomo fino al 2018, dall’anno seguente è entrato a far parte del Comune di Saluzzo come Municipio. I suoi 300 abitanti circa sono rappresentati da un Consiglio Municipale e da un Prosindaco.


Le origini dell’abitato risalgono alla lontana epoca longobarda, quando in tutta la valle Bronda operavano i monaci della potente ma lontana abbazia di Bobbio e poi, a partire dall’VIII secolo, alla più prossima abbazia di Pagno.
Castellar fu in seguito capoluogo di un feudo dei Signori di Morozzo che comprendeva anche i vicini borghi di Pagno e Brondello, e che divenne avamposto strategico per la difesa del nascente Marchesato di Saluzzo dalle incursioni dei Saraceni provenienti dai vicini valichi alpini. La prima citazione ufficiale di Castellar risale ad un atto trascritto nel 1138 presso una fortificazione nota come Morra di Castellar, in cui Giacomo da Brondello, con il benestare del marchese di Saluzzo Manfredo I, donò una parte del feudo ai monaci cistercensi della vicina abbazia di Santa Maria di Staffarda.
Nel 1270 la collina di Castellar (o Castellaro) venne dotata dell’attuale roccaforte dal marchese Tommaso I, nell’ambito di una serie di interventi sul territorio atti a rafforzare e migliorare l’apparato difensivo del piccolo marchesato. In seguito il castello della rocca di Castellar divenne la residenza designata per i conti Castellar di Saluzzo, ramo collaterale dei conti Saluzzo di Paesana.
Il feudo di Castellar ebbe il suo declino contestualmente al decadimento del Marchesato; le lotte intestine dilaniarono il piccolo stato che cadde in una profonda crisi e venne infine annesso al Ducato di Savoia con il Trattato di Lione del 1601.


Nonostante le sue piccole dimensioni, il borgo conserva ancora oggi splendide tracce della sua lunga storia. Degna di nota è certamente la cappella di san Ponzio, la cui parte più antica, l’abside, risale al XIII secolo. Interessanti sono poi anche la parrocchiale, intitolata all’Immacolata Concezione di Maria, risalente al 1725, e naturalmente il castello, rimaneggiato a più riprese nel corso degli anni, che domina l’abitato. Di grande interesse storico è anche il castello che sorge in località Morra, oggi di proprietà privata, edificato nel XII secolo dai monaci cistercensi dell’Abbazia di Staffarda.
La laboriosità della popolazione e il particolare micro-clima hanno fatto di Castellar uno scrigno di eccellenze tutte da gustare, oggi tutelate da specifici consorzi di produttori: i ramassin (piccole susine) e le mele della valle Bronda e il vino delle Colline Saluzzesi.
Castellar è inoltre una eccellente base per le attività all’aria aperta. L’”Oasi degli spaventapasseri” situata nei pressi della chiesa parrocchiale offre una verde area pic-nic e barbecue, un campo da calcio in erba a libero accesso e uno spazio attrezzato per la sosta camper.
Nei paraggi si snodano frequentati percorsi escursionistici e ciclabili adatti a soddisfare le più diverse esigenze: dalle semplici gite con i bambini agli impegnativi percorsi collinari.


Imperdibile, nelle prime due domeniche di maggio, la “festa degli spaventapasseri” durante la quale il borgo si anima con centinaia di pupazzi collocati nelle strade e nei giardini, il tutto accompagnato da musica e spettacoli per tutti, con un occhio di riguardo ai più piccoli.

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