Dall’aprile del 2012, grazie a un accordo sottoscritto dal Comune di Saluzzo e la Diocesi, la sezione Fondi storici della Biblioteca Civica ha trovato una prestigiosa collocazione, all’interno dell’antico Palazzo dei Vescovi, in via Volta 8.
Qui, nelle stanze al primo piano, sono stati archiviati i circa 17.000 volumi delle collezioni storiche librarie, tra cui l’importantissima Collezione bodoniana, i libri che Gianbattista Bodoni aveva portato a Saluzzo nel 1814, ora allineati nel grande mobile progettato dall’architetto Michele Borda nel 1821, impreziosito dal busto del tipografo e dall’iscrizione in caratteri dorati “Patria grata custodit magnificum donum”. Il “magnifico dono” bodoniano fu oggetto di ammirazione da parte di personaggi illustri tra i quali il re Carlo Alberto, che lo vide a fine luglio 1833, e lo scultore Leonardo Bistolfi.
Tra le biblioteche degli scrittori vi è quella di Silvio Pellico, che contiene la prima edizione de “Le mie Prigioni”, varie edizioni originali di opere teatrali come la “Francesca da Rimini” e importanti manoscritti, tra i quali un foglio scritto da Pellico in carcere allo Spielberg, su carta trattata per l’uso dal compagno Maroncelli.
Nel corso dell’Ottocento la Città di Saluzzo acquisì inoltre un patrimonio librario di grande importanza per la storia della medicina con i fondi dei medici Giovanni Battista Eynaudi (1779-1853), Tommaso Laugeri (1786 -1872) e Ulderico Verrone (1853-1907), mentre per documentare la storia e l’arte locale assumono fondamentale importanza i fondi di Giuseppe Manuel di San Giovanni (1810-1886) e dell’avvocato Mario Bressy (1889-1972): in quest’ultimo caso si tratta di un archivio con documenti dal 1778 al 1933 che testimoniano la vita di una famiglia borghese tra Otto e Novecento, i suoi legami con la società locale e il suo sguardo sul mondo contemporaneo.