Monumento a Giambattista Bodoni

Dove
Piazza Dante Alighieri

Il monumento è opera dello scultore torinese Gabriele Ambrosio. Realizzato nel 1872 in marmo di Carrara, fu collocato in un primo tempo in Piazza Risorgimento; nel 1935 venne definitivamente trasferito nella sua attuale collocazione.

L’iniziativa dell’erezione del monumento al sommo tipografo si deve all’editore torinese Giuseppe Pomba e all’abate Jacopo Bernardi, che avevano promosso una sottoscrizione per reperire i fondi necessari, alla quale aderirono il Re d’Italia, il municipio di Saluzzo, i tipografi italiani e americani, un gran numero di istituzioni e di cittadini. Un’apposita commissione, costituita tra gli altri dallo scultore Odoardo Tabacchi e dal pittore Carlo Felice Biscarra, a seguito di concorso, assegnò l’incarico ad uno dei migliori allievi di Vincenzo Vela all’Accademia Albertina, Gabriele Ambrosio.

Secondo un documento dell’epoca, egli “volle raffigurare il grande tipografo che in un momento felice della vita entrato nel suo laboratorio gettò a caso il di lui mantello su di un torchio o bilanciere, ed appoggiato al medesimo, tenendo colla mano destra il compositoio… e colla sinistra appoggiata al mento, come chi concepisce ed afferra un’idea, pensa e medita a trasfondere nuove e più compiute forme di bellezza ai suoi Tipi, ponendogli ai piedi una forma di caratteri, delle bozze di stampa delle sue bellissime maiuscole e di dietro il suo famoso Pater noster in 155 lingue ed il Manuale Tipografico…”.

Dopo quello a Bodoni, di cui esiste un modello in gesso alla Galleria d’Arte Moderna di Torino, l’Ambrosio realizzò il busto alla poetessa Diodata Saluzzo sito nell’atrio del Palazzo Civico saluzzese.

Giambattista Bodoni (1740 – 1813): incisore, tipografo e stampatore italiano. Nato a Saluzzo il 26 febbraio del 1740, si formò nell’arte tipografica nell’officina paterna. Diresse la Stamperia Ducale di Parma nel 1768, disegnò e incise caratteri tipografici di estrema eleganza e pubblicò sontuose edizioni, riconosciute ancor oggi quali esempi di stile. Scrisse, tra gli altri, il Saggio tipografico di fregi e maiuscole, del 1771, e il Manuale tipografico, edito postumo nel 1818. Ha lasciato alla città natale una preziosa e importante collezione di 250 opere, conservate presso la Biblioteca Civica. Collezioni bodoniane si trovano inoltre presso la Biblioteca Palatina di Parma, la Biblioteca nazionale Braidense di Milano e la Biblioteca civica di Torino.

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