La chiesa è il risultato ottenuto nel 1912 dalla fusione di due edifici preesistenti: l’antica chiesa di San Martino (risalente al 1100 e poi diventata oratorio della Confraternita del SS.mo Nome di Gesù) e l’adiacente cappella della Consolata, costruita nel 1600. La demolizione dei due muri addossati comportò la perdita di importanti affreschi; nello stesso intervento fu abbattuto anche il campanile della Consolata, risalente al 1700.
Dell’antica chiesa romanica di San Martino resta ancora l’imponente campanile a pianta quadrata, che nel 1509 subì grandissimi danni a causa di un violento terremoto.
La chiesa presenta una singolare facciata neoclassica. L’interno, a navata unica con soffitto a cassettoni, fu decorato dal pittore torinese Luigi Morgari tra il 1913 e il 1934.
A sinistra dell’ingresso si conservano due frammenti di affresco dell’antica chiesa di San Martino: uno ritrae San Giovanni Battista (datato 1493) e l’altro raffigura una danza macabra (un monaco danza per mano ad uno scheletro): quest’ultimo, risalente al 1430-1440, è stato attribuito ad Antonio Pocapaglia.
Nella chiesa è infine esposta la pala “Esaltazione del SS.mo Nome di Gesù”, originariamente collocata sull’altar maggiore della Confraternita, opera del pittore saviglianese Giovanni Angelo Dolce e commissionata dalla Confraternita nel 1587.