La storia della caserma
La storia degli insediamenti militari moderni a Saluzzo parte dal 1558, quando il marchesato cadde in mani sabaude e dal 1601 fu definitivamente incluso nei domini di casa Savoia.
A quel tempo non esisteva ancora una “casa erma”: con questo termine si intendeva allora un complesso di edifici, circondato da mura e destinato all’alloggiamento permanente di soldati.
In territorio Sabaudo le prime “case erma” sorsero soltanto nel 1626, a Torino e ad Asti.
In questo contesto la cavalleria era considerata l’arma più importante, ed in essa militavano gli appartenenti ai ceti nobili.
Anche Saluzzo fu coinvolta in questa trasformazione, e il quartiere di cavalleria cittadino sorse oltre la cerchia muraria, in un punto in cui allora esistevano solo prati. La costruzione del quartiere si attua quindi in stretta relazione con il progetto di abbattimento delle mura, che iniziò verso la metà del ‘700 e si protrasse fino al 1837.
L’aspetto originario del complesso contava tre edifici separati; il maggiore sembra si affacciasse lungo l’attuale via Monviso. Dalla documentazione rimasta sono individuabili due ingressi, una grande porta carraia principale su via Monviso e un’altra grande porta su Corso Piemonte.
Tra il 1751 e il 1757 la caserma venne ampliata utilizzando il terreno sul quale sorgeva la vicina casa Riccati, che venne acquistata ed abbattuta.
Ulteriori modifiche all’impianto vennero apportate dall’arch. Michele Guglielmo Borda di Saluzzo, e portarono all’abbattimento di una vecchia ala e di due bassi edifici per ricostruire un nuovo fabbricato a due piani, con portico interno e porta carraia centrale.
Nel 1835 si presentò nuovamente la necessità di ampliare il complesso del quartiere.
I lavori, che vennero affidati all’arch. Giuseppe Vigliani, furono in breve tempo seguiti da un nuovo cantiere con a capo l’Architetto Ansaldi.
La caserma appariva allora come un quadrilatero dotato di ampie scuderie nella manica Nord e in quella Ovest, mentre la grande cavallerizza sorgeva nel lato verso la “contrada del quartiere” (Sud).
L’aspetto attuale si raggiunse con l’abbattimento dell’“infermeria cavalli” che sorgeva al centro del cortile maggiore e che ormai era d’ingombro, ottenendo così un grande spazio capace di contenere un intero reggimento schierato. A questo si affianca ancora oggi il “Cortile d’onore” sito nell’ala Sud e collegato con Piazza Montebello tramite un androne carraio.
La caserma, che prima veniva chiamata semplicemente “il quartiere” oppure “San Martino” (dal nome del borgo in cui sorge), dal 1921 fu intitolata al Capitano Mario Musso, decorato con medaglia d’oro al valor militare durante il primo conflitto mondiale.
La caserma oggi
Nel 1991 cessò l’utilizzo per scopi militari, con il definitivo trasferimento del Gruppo “Aosta” nella caserma “Perotti” di Fossano. In seguito la caserma venne acquisita dal Comune di Saluzzo. Negli anni, grazie a diverse campagne di recupero, hanno trovato posto nell’edificio l’Istituto di istruzione superiore Soleri Bertoni e l’ente manifestazioni della città, la Fondazione Amleto Bertoni.
La struttura è diventata negli anni uno dei principali poli culturali della città, e le sue scuderie, con una superficie di ben 2500 mq coperti, costituiscono uno degli spazi espositivi più grandi della provincia di Cuneo. In esse si svolgono, tra gli altri eventi, la prestigiosa Mostra Nazionale dell’Antiquariato e la Mostra Nazionale dell’Artigianato Artistico e Tipico. I percorsi, consacrati agli exhibits di prestigio, ospitano inoltre regolarmente convention di rilievo, mettendo a disposizione una capienza di tutto rispetto per gli usi più disparati, dai convegni, ai seminari, assemblee e incontri.
I cortili sono animati, soprattutto nella stagione estiva, da importanti eventi musicali, fieristici e culturali. Il complesso ospita inoltre spazi condivisi da diverse associazioni cittadine, una sala prove musicali, e a partire dal 2020, anche la sede della rinnovata Biblioteca Civica e un polo sociale/culturale dedicato alle famiglie e ai giovani.
Spazio Amleto Bertoni
Una parte delle antiche scuderie ha da alcuni anni una rinnovata funzione.
Due sale di 200 metri quadrati che fanno incontrare e conoscere Amleto Bertoni, il padre storico dell’artigianato saluzzese, ma che si propongono anche come spazio per i giovani e della nuova creatività artigianale.
Comprende una sala della memoria in cui sono inseriti arredi della casa privata del cav. Bertoni, faentino di nascita, saluzzese di adozione, a cui fa seguito un percorso museale contemporaneo, multifunzionale e sensoriale dedicato all’attività della ditta Bertoni e alla Saluzzo degli artigiani.
Il museo/allestimento è frutto di un lavoro a più mani in cui le scuole hanno avuto una parte prioritaria: si sono impegnati squadre di studenti del Soleri-Bertoni e Denina-Pellico, mentre per i contenuti multimediali sono intervenuti gli allievi del liceo Bodoni. Il video che racconta la storia di Amleto Bertoni, il suo personaggio, l’incisività nella caratterizzazione dell’artigianato saluzzese, è stato realizzato nella Scuola Apm.