Saluzzese: il distretto della frutta

Percorrere le campagne del saluzzese vuol dire addentrarsi in un unico grande frutteto, che all’inizio della primavera, verso metà marzo, vive una vera e propria esplosione di fiori. 

Buona parte della frutta presente sulle tavole d’Italia e d’Europa arriva infatti dalle oltre 5500 aziende agricole del saluzzese, sparse in una trentina di comuni per una superficie di frutteto pari a oltre 11.000 ettari. 

In particolare vengono prodotte mele, pesche, kiwi, albicocche, susine, ciliegie e piccoli frutti quali mirtilli, fragole, lamponi, ribes.

Questa storia parte da lontano: le prime specie furono diffuse in Europa lungo le vie dell’impero romano, anche se per il Piemonte le prime testimonianze risalgono al Medioevo, quando il monachesimo, attraverso la rete delle Abbazie, portò negli hortus le specie da frutto, da orto e le essenze medicinali. 

Nella seconda metà dell’800 inizia una coltura del melo in forma di frutteti specializzati nell’area pedemontana tra Saluzzo e Pinerolo. Nel 1926 furono piantati a Lagnasco, nel Saluzzese, i primi pescheti di pianura. Da quell’esperienza, mai interrotta, prese il via la frutticoltura come oggi la conosciamo e che ha profondamente modificato il territorio e il paesaggio della fascia pedemontana tra Cuneo e Cavour. Alle specie “tradizionali” si è aggiunta a metà degli anni ’70 l’actinidia (kiwi); introdotta intorno dalla Nuova Zelanda, è diventata in pochi anni la terza specie frutticola piemontese. 

Un’escursione, magari in bicicletta, nelle campagne saluzzesi può essere un’esperienza davvero emozionante in qualunque stagione.

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