Realizzata dall’artista saluzzese Araldo Cavallera, l’opera venne inaugurata durante le celebrazioni del 25 aprile del 1972. Nel 2019 è stata oggetto di un attento restauro guidato dallo stesso autore.
Il monumento celebra il sacrificio del movimento clandestino di resistenza anti-nazista che si sviluppò a Monaco di Baviera tra il 1942 e 1943. Animato da studenti attraverso azioni dimostrative e non-violente, venne duramente represso dal regime hitleriano, ed i suoi componenti vennero arrestati e giustiziati.
Così l’autore, figlio del partigiano Giuseppe Cavallera “Copeco”, racconta il suo lavoro: “Posto fra alberi, prati e giochi per bambini, fruito esso stesso come gioco, cavalcato come elemento urbano che la fantasia dei bambini trasforma in destriero, il monumento alla Rosa Bianca, statico e possente, poggia su un articolato basamento in cemento, ed evoca la prua di una nave o una Nike sfidante venti e tempeste; la composizione è caratterizzata da un corpo con direzionalità orizzontale – una lama, una macchina bellica che lacera ed opprime – contrapposta ad elementi verticali che gradualmente esaltano la stele triangolare, elemento di tensione dinamica, metafora dei valori di giustizia e di libertà. Le superfici sono movimentate da simboli che evocano i cingoli dei carri armati, i contrassegni dei deportati, combinazioni geometriche complesse, ruotanti ad angolo retto, echeggianti la svastica, armi e stendardi”.