Palazzo dei Gesuiti (municipio)

Info
Indirizzo
Via Macallè, 9
Orario
Lun - ven ore 9-18
Per visitare la sacrestia di Sant'Ignazio
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L’imponente complesso architettonico fu edificato dai Gesuiti, giunti a Saluzzo per contrastare la diffusione dei riformati una prima volta nel 1659 e definitivamente nel 1694, costruendo il collegio e l’attigua Chiesa di S. Ignazio. 

L’attuale struttura (con i grandi corridoi interni e gli scaloni di collegamento) è stata realizzata tra il 1726 ed il 1745 su progetto dell’architetto Francesco Gallo.

L’edificio ospitò la scuola diretta dalla Compagnia fino al 1773, quando fu soppressa da papa Clemente XIV. Per concessione di Vittorio Amedeo III il collegio proseguì la sua attività con alcuni ex Gesuiti fino al 1792, quando fu sciolto per adibire l’edificio ad ospedale e ad alloggi militari. 

Nel 1799, con l’occupazione francese, il collegio divenne sede della municipalità, poi ospitò vari uffici pubblici fino al definitivo trasferimento dell’Amministrazione comunale, avvenuto il 29 settembre 1831, dall’Antico Palazzo Comunale di Salita al Castello.

La facciata in mattoni a vista presenta come unici segni distintivi il balcone del primo piano e il portale in pietra, aggiunto nel 1930 (come ricorda un’iscrizione) grazie alla generosità del senatore Luigi Burgo. Accanto al portale una lapide ricorda il 3° centenario del Trattato di Lione (17 gennaio 1601), in seguito al quale il marchesato di Saluzzo passò dalla Francia ai Savoia.

Notevoli sono gli interni, dove il senso di verticalità risponde alla composta grandezza tipica dell’attività dell’architetto Gallo. Un elegante atrio sostenuto da colonne in pietra dà accesso alla Sala del Consiglio Comunale (ex Cappella privata del Collegio). Sempre nell’atrio si trova il busto della poetessa Diodata Saluzzo Roero dello scultore torinese Gabriele Ambrosio: fu inaugurato nel 1874 in occasione del centenario della nascita della poetessa, quando furono pubblicate una delle prime biografie e una raccolta delle sue poesie. 

Superato l’atrio, si accede sulla destra alla Sacrestia di Sant’Ignazio. L’attuale conformazione della sala risale al 1725, mentre dal 1831 esse venne adibita ad archivio senza tuttavia modificarne la struttura. Infatti ancora oggi si conservano i due affreschi di Sant’Ignazio sopra le due porte e lo stemma dei Gesuiti sopra la porta che dà nel retro sacrestia. 

L’antica sacrestia, oggi adibita a sala per piccoli eventi e matrimoni, si segnala per le “grandiose e belle guardarobe”, realizzate nel 1700 e leggermente modificate nel secolo successivo aggiungendo all’interno i palchetti per la conservazione dei documenti.  

Sulle pareti del corridoio del piano terra sono murate le lapidi che ricordano i martiri delle guerre d’indipendenza, d’Africa, di Libia e i profughi delle terre irredente del 1918, nonché i marchesi Tommaso III e Ludovico II ed infine oltre 30 saluzzesi che si distinsero nelle scienze, nelle arti e nell’assistenza ai poveri.

Un ampio scalone con volta finemente decorata conduce al piano superiore: lungo lo scalone si segnala al secondo ripiano una lapide in memoria dei 30 saluzzesi periti nei campi di concentramento. Al terzo ripiano una lapide commemora il generale Carlo alberto Dalla Chiesa, accanto a quella posta in ricordo di Amedeo Damiano, presidente dell’USL assassinato nel 1987.

In una delle sale del primo piano (la cosiddetta Sala Rossa) sono conservati i dipinti della collezione Matteo Olivero che non sono stati esposti nella Pinacoteca dedicata al pittore in Salita al Castello.

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