Vincitrice della 41ma edizione , nel 2019, è stata l’ opera del colombiano Santiago Reyes Villaveces (1986).
L’opera, dal titolo Harp è stata allestita nella Sacrestia della Chiesa di Sant’Ignazio, presso il Palazzo dei Gesuiti, sede del Municipio. L’opera è stata donata dall’artista alla Città ed è tutt’ora presente all’interno della Sacrestia.
Harp consiste nella costruzione di una copia esplosa e ingigantita dell’arpa Tópaga (1680) e affronta in modo innovativo e poetico la tematica complessa del colonialismo e il suo legame con l’arte e la musica, in un’opera che affonda le proprie radici nella storia dei Gesuiti e nell’ex Sacrestia della Chiesa di Sant’Ignazio, costruita proprio dai Gesuiti a Saluzzo.
Realizzata dall’artista in collaborazione con il compositore Nicolás Jaramillo e il musicologo Daniel Villegas Velez il progetto rinnova e risignifica l’arpa come strumento di diffusione del pensiero e dell’armonia occidentale, attraverso un processo erratico di contro-conquista sensoriale, interagendo con le tradizioni di Saluzzo quali la musica e l’artigianato.
Nella sua monumentalità, Harp si presenta non soltanto come un corpo capace di interagire con il pubblico ma anche come una porta d’ingresso verso la storia dei Gesuiti, fondatori della Chiesa di Sant’Ignazio. Harp diventa uno strumento poliarchico, un flusso di frequenze storiche e architettoniche che mira a destabilizzare la storia d’origine. Nei processi di colonizzazione territoriale, culturale e sensoriale, l’arpa, infatti, si distingueva per la sua portabilità e semplicità strutturale. Aprendo i numerosi cassetti e armadietti della sacrestia e utilizzandoli come cassa di risonanza, l’opera rende la struttura dell’archivio aperta, visibile e sonora.